lunedì 26 novembre 2012

Affanfiori (impiego di neuroni previsto: 1)

La verità è che non faccio altro che mangiare, mangiare e mangiare. Non che lo faccia con disinvoltura, o senza sentirmi in colpa. Mi sento in colpa, ingrasso, e continuo a mangiare. Sto bene, sì, decisamente. Però sorge un problema, ultimamente: perché le canzoni, i film, i libri che ascolto, guardo e leggo non fanno altro che parlare di me? Dico io, pietà. Cioè, smettiamola un po' di mettere il dito nella piaga. Nel frattempo, quasi di risposta, mando a quel paese molte cose - sarà pure che è periodo di spostamenti e "problemi femminili", nonché periodo di compleanni, compreso il mio, il venticinquesimo, per l'esattezza -, e nel farlo, nel mandare a quel paese cose e/o persone, utilizzo un'espressione da me inventata (ebbene sì, l'ho inventata ioo!!), che mi fa illudere di non essere volgare e che mi fa pensare di non augurare del male a niente e nessuno, come una sorta di assoluzione implicita, senza peraltro aver commesso peccato:

-affanfiori alle canzoni tipo "ti è mai successo che.." Sì, mi è successo. E faccio di tutto per non ricordarlo. Quindi, ti prego, chiudi la bocca. Tappala. Canta altro, ché in tempi non sospetti eri pure bravino.
-affanfiori ai libri che raccontano di quella donna che pensa, pensa e pensa. Rimpiange. Si pente. Oppure si innamora follemente e alla fine se lo sposa pure. Ma affanfiori, sappi, Ragazzacheleggepersognare, che è proprio così: è solo un sogno. O un incubo, dipende dai punti di vista.
-affanfiori ai film, quelli che raccontano di quei personaggi complicati, problematici, che devono difendersi dalle sofferenze dell'amore e allora soffrono prima, mentre e dopo. Ma un sano personaggio taciturno, o allegro, spensierato, idiota pure, no?
-affanfiori ai rischi, a "se non ci provi non lo saprai mai", alle scommesse, alla paura dei rimpianti. Molto meglio, molto meglio i rimpianti che le sconfitte.
-affanfiori alle persone che riescono ad essere educate e formali pure con l'assassino del proprio fratello, che so. Sono le stesse che bevono solo acqua, che non si siedono mai se non a gambe accavallate, e che a letto son tutte schiappe. Tutte o quasi. Ehm. Ogni riferimento a cose o persone è puramente voluto.
- affanfiori agli aridi, di cuore, di tenerezza, di amore. Per colpa loro o di brutte esperienze, ma affanfiò pure a quelle. Ogni riferimento a cose o persone è proprio cercato, eh.
-affanfiori a quei libri che, invece, prendono proprio spunto dalla mia vita: ci saranno altre sfighe di cui parlare, no?
-affanfiori a quelli che scrivono libri e non sanno scrivere. Salvo considerare il fatto che ci sono molte star internazionali della musica che non azzeccano una nota che sia una. Ed in mezzo a loro c'è pure chi ha il suo talento, che non sarà l'intonazione, ma frutta fior di quattrini. E di sorrisi.
-affanfiori ai blog di scrittura (che so, quelli arancioni, malinconici, fatti di post monotematici e spremuti come le arance: se non riesci a scrivere, non farlo), o a quelli che ti fanno intravedere una personalità di cui ti innamori e disinnamori alla velocità della luce, ché quello che si scrive, tendenzialmente, è quello che manca, quello che non si è/ha.
-affanfiori ai mandarini, non ne sopporto l'odore, figuriamoci quanto è irritante quell'albero davanti casa pieno zeppo di palle arancio.
-affanfiori alle palle, ché se non le ho avute prima le ho avute poi ed è andato tutto comunque affanfiori.
-affanfiori ai contatori delle statistiche, ché se mi imparanoiavo prima, mò proprio ciaociao.
-affanfiori agli sms degli ex (che poi neanche ex sono, in realtà non sono mai stati nulla di concreto) improvvisi e pretestuosi. Lontano anni luce da me, sia chiaro.
-affanfiori alla nostalgia che ho di altre persone, che pure deve passare.
-affanfiori a tutto ciò che è passato.
-affanfiori alla passata.
-affanfiori a chi non parla mai in dialetto, n' sann' parla'.
-affanfiori al sesso, non tutto, eh. Gran parte.
-affanfiori a Roma, alle luci accese, al traffico alle 5 del mattino.
-affanfiori alle sue frasi. Che non dimenticherò mai.
-affanfiori alle facce belle. E pure a quelle brutte.
-affanfiori a tutto quello che adesso mi sfugge.
-affanfiori a te che fuggi.
-affanfiori a quel giorno di Settembre, al cioccolatino al caffé che mi regalò, alle mani che guardava (più belle delle sue io non le ho mai viste), al tipo che parlava al cellulare e ai suoi occhi che pure commentammo. A quel bacio che diceva di non sapere trattenere. A quel bacio che non sapevo trattenere. Al mal di testa che il pensiero di lui mi fa venire, alle parole strozzate in gola, al suo fottutissimo odore, al suo modo di guardarmi, alla sua voce, agli insulti che abbiamo evitato, alle attese inutili. Schifose. Affanfiori alle aspettative catastrofiche che ho perseguito e che non mi hanno deluso neanche un po'. Ma va. Ma dai. Non ci smentiamo mai, eh, non sia mai. 
Affanfiori a te, affanfiori a me, affanfiori a ioprendountè, affanfiori a quantoseibellate, affanfiori pure a mammamiaquantomimanchite.

Eppure sto bene, eh, mica mi lamento. Però vi prego, mondo, cantanti e cantautori tutti, registi e attori, scrittori e scribacchini, odori e puzze qualunque, voci ascoltate per caso, titoli di opere teatrali, manifesti per la strada, capolinea degli autobus, venditori ambulanti, venti di ogni provenienza ed impeto, supermercati, asfalto, muri e pareti tutte: la piantate o no di parlare di me, eh?

Però sto bene, eh, anche senza di te.

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