venerdì 12 agosto 2016

Non soffro di insonnia (impiego di neuroni previsto 2)

Io non ho mai sofferto di insonnia, e questo è un fatto. Ho scritto molto di notte, ma non perché insonne, solo perché di notte non mi vede nessuno. Io, che mi chiamo Adelaide, e tra pochi mesi compio 29 anni, sono sempre stata una brava bambina, poi una brava ragazza, ora una brava donnina. Non ho particolari colpe da rimproverarmi, e nemmeno grandi meriti da riconoscermi. Ci sono, esisto, ed esisto discretamente. Ho letto molto nella vita, leggo ancora, scrivo altrettanto. E non ho mai pensato che ci fosse al mondo qualcosa di più bello. Un giorno di molti anni fa, alle giostre, sentii un padre che diceva sotto voce ad una madre: l'unica cosa che mi auguro è che mio figlio abbia una passione. Io ho una passione, e so, in qualche modo, che mio padre ne sarebbe felice. Ne ho più di una: i libri, sì, e la scrittura, pure; ma le macchine fotografiche, i rollerblade, la cucina, gli orologi da taschino, la poesia, la campagna, il profumo di mia madre. I sorrisi. Mi piacciono le persone a loro volta appassionate, mi piacciono l'inverno, le mani, la musica alta in macchina. Mi piace il cioccolato, il vino, la liquirizia. L'ultima sigaretta risale a quasi quattro mesi fa, ma resta una passione. Ora ho tutto questo, ancora, qui davanti. Non ho più malattie "croniche", questo mi consola. Ma non ho avuto passioni per molti giorni: una bolla di tempo sospesa nel mondo - lo stare al mondo per ritornarci, un giorno, davvero - , uno spazio ignorato, una lotta invisibile, la mia. Sono stata ricoverata per un lunghissimointerminabile mese e mezzo per una malattia che si crede rara e che nonostante questo ha colpito proprio me, la brava donnina con tante passioni e i sonni tranquilli. Sto affrontando una cura che dovrebbe portarmi alla guarigione assoluta, ma che per il momento non porta che effetti collaterali. Sono felice, nel frattempo, di vedere il mondo. Sorrido, ora, di questa macchina irrefrenabile che è questa città. Sorrido del mio metro e sessantatre, dei miei chili in più, della mia singletudine, della mia eterna attesa di qualcosa di migliore, sorrido anche di tutto il peggiore. 


Sorrido, poco mi importa. 
Io sorrido e non soffro di insonnia.





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