sabato 16 febbraio 2013

Ci sei (o ci fai?) - impiego di neuroni previsto 1,1 -

 
E sul tram non è che si fanno solo brutti incontri, eh. Tipo quello con l'alito da cammello, quello con le ascelle putride e ancora quello che non è che lo fa apposta, eh, ma ti palpeggia. Sul tram si vede la gente, viva, assonnata, frettolosa, in ritardo, in cravatta, in gonna corta, sorridente, incazzata nera. Senza parlare delle Donnatacco. Quelle sono il top: l'ultimo sedile che è il loro, il cambio della scarpa in tempi record, l'espressione di sollievo - accompagnata da un "ohh..!" peraltro -, fanno di loro un'attrattiva: come la torre di Pisa a Pisa, la Donnatacco sul tram. E poi non è che sul tram si fanno solo brutti pensieri, tipo che piuttosto che stare accanto al tizio con l'ascella radioattiva preferiresti il disequilibrio sul burrone più alto del mondo. La osservi, la gente - lo fai sempre, Adelaide, dalla finestra, di mattina, quando tutti sanno dove andare e tu ancora ti domandi SE andare -, e un po' ti ci rivedi. Negli occhi di quella donna anziana, al primo sedile, con la gonna nera a fiori beige, la busta della spesa sulle gambe e l'aria rassegnata di chi le battaglie le ha già tutte affrontate. Nelle treccine della bambina appena uscita da scuola, mano per mano al papà, a chiedere ancora una volta "papà, ma perché......?" - e il padre a sorriderle di quanto è buffa -. Nel ragazzo coi capelli a spazzola, quello col cellulare megaultraiperfunzionale, quello con le cuffie e l'aria da burlone. O nella donna in quarta fila: un libro in una mano, l'altra chiusa a pugno sulla faccia. Ti ci ritrovi.Alle otto del mattino, quando non c'è spazio che per l'aria, poca, e per gli sbadigli. E poi dal tram vedi la città: quell'enorme palcoscenico dei tempi moderni, col suo sipario di luci, il pubblico che è anche attore e gli applausi che son sordi, eppure ci sono. E allora se per percorrere duecento metri impieghi un quarto d'ora che fa. L'odore di smog confonde i respiri, quelli della scarsa igiene della gente fa quasi svenire, ma ci sei. Ci sei. E stai per svenire, sì, ma ci sei. Osservi e ci sei. Respiri, ci sei. Le persone come maschere della tua stessa farsa, la corsa del tram come quella della tua vita, Adelaide. Sapere dove stai andando senza sapere se è davvero ciò che vuoi. Vedere, in quell'attimo prima di scendere, la tua immagine riflessa sul finestrino e domandarti chi è, quella giovane donna che ti guarda. Scoprire, come un'epifania, che osservarti ti costa più fatica che mai. Perdere così tanto tempo a guardare l'altro, senza guardarti mai. E' che sei distratta, Adelaide, l'ho sempre detto. Sei distratta e perdi di vista i tuoi obiettivi, le tue mete, i tuoi traguardi. Ti perdi in riflessioni fuorvianti, ti butti e poi subito dopo ti estranei completamente dalla realtà.
 
Oh cacchio, dovevo scendere due fermate fa!
 
E che vuoi farci, Adelaide, se sei questa qua.

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