venerdì 26 ottobre 2012

Banan(/l)e e chissà - Adelaide si specchia in una pozza e non sa (impiego di neuroni previsto: 1,5)

Sfoglio il volantino delle offerte: pasta al 20% in meno, tonno che sembra un furto, banane plastificate, lucide e invitanti che non comprerò mai. Decido che non andrò al supermercato, e che passerò i prossimi tre giorni sui libri. Decido che è il caso che mi rilassi, acquisto sali da bagno, incenso e tè, avvio la mia playlist del giorno e so che da questo momento, e per i prossimi cinquanta minuti, tutto il mondo è in questa stanza. E sarebbe bello, sì, sarebbe bello, che al mondo non vi fosse altro che vapore, odore di mandorla, acqua e me. O forse no. Forse -e dico forse ma ne sono convinta- Adelaide, di tutto il resto, non potrebbe proprio fare a meno. Delle persone, quelle ridicole, quelle che le fanno pensare che la ragione almeno la accompagna, quelle che "c'è sempre chi sta peggio". Adelaide non potrebbe fare a meno delle persone belle, quelle che si contano su una sola mano, o al massimo due: ad Adelaide sembra di vedere le loro facce sorridenti sui polpastrelli, facce che le parlano quando ne sente il bisogno, e anche quando non ne sente: presenze costanti, sulle dita e nel cuore. Già, perché poi Adelaide è una delle persone più banali e patetiche che esistano: è una che si commuove spesso, che piange a dirotto pure, che si consola con la cioccolata, che ascolta anche canzoni d'amore, vede film struggenti, e fa tutte quelle cose consuete e banali che si fanno alla sua età. E anche dopo. Anche questo confondersi/mi, tra soggetti e pronomi personali alternati, come se riuscisse a vedersi e a non riconoscersi, come si credesse un'altra da sé, come si immaginasse personaggio inventato di un libro dalla copertina bordeaux. E lo trova divertente: nascondersi dietro la giustificazione di non essere la responsabile dei suoi gesti, ché tanto è quell'altra lì, quella col neo tra il naso e la bocca e la liquirizia a farle da carburante, quella che ha tutte le colpe del mondo. Quella che proprio ora ha deciso di aprire il frigo e di mangiare del tiramisù, quella che sta battendo sulla tastiera parole incomprensibili e sconnesse, è lei, è quell'altra lì, che fa tutto questo. Non cerca più nulla, non vuole più nulla. Sorride e si carezza i capelli. Pensa che per troppo tempo ha cercato motivazioni plausibili al comportamento dell'Uomodiun'altra, che non ne vuole trovare più. Che lo vorrebbe ora qui, a stringerla, a mangiare tiramisù con lei, a convincerla che non c'è nulla da inventare al di fuori di lei. Lei che è intatta, così frivola e sciocca, così fragile. Ma Adelaide non lo ammetterebbe mai. Guarda oltre la finestra: Roma si prepara alla pioggia ma mai cielo le è sembrato più limpido, trasparente e sincero di oggi. Piove e qualcosa di buono porterà la pioggia, sia pure solo l'illusione di guardarsi in una pozza e, finalmente, riconoscersi.

Già, perché poi Adelaide è una delle persone più banali che esistano: non vive senza amore, lei che non vive senza amare. E senza liquirizia, eh, che sul volantino delle offerte, stamattina, è al 50% di sconto. (mette la giacca, esce di casa, e si catapulta al supermercato. Nel tragitto del ritorno a casa finisce tutta la liquirizia acquistata. Allora scrive, scrive proprio 'sta roba qui).



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