domenica 10 giugno 2012

Non è bello ciò che piace (impiego di neuroni previsto: 0,5)



Claudio è bianchiccio. Cioè, ha la pelle bianco-latte per intenderci. D’estate e di inverno, senza alcuna differenza di tonalità. Lo conobbi alla presentazione di un romanzo di una tizia (analfabeta, se ne parlerà più in là) in un caffè letterario. Sì, roba da snob, lo so. Ma a me piace. A me piacciono un sacco di cose in realtà (vedi il mio profilo, cliccando sul mio nome, in alto a sinistra). Scontrammo inavvertitamente le nostre mani nel prendere sullo stesso scaffale lo stesso libro. Banale, so anche questo. Eravamo gli unici due a non sentire le chiacchiere della tizia-scrittrice-moccina di cui sopra, presi dalla miriade di libri che lì si potevano sfogliare, leggere, gustare fino alla mezzanotte. E mezzanotte fu, leggendo insieme lo stesso libro, su due copie diverse, ad alta voce ed una pagina per uno. Claudio ha la R moscia, alla francese, che più che moscia sembra gay. Ha una voce calda, di quelle che se lo vedessi –bianco com’è, pure un po’ freddo nei modi- non ti aspetteresti mai. Due mesi dopo la presentazione del libro mi chiese di uscire, destinazione serata lettura. Beh, lo speaker era lui. Era lui. Cioè, era lui (il "cioè" mette in evidenza la mia incredulità).
Ecco. Cioè (il "cioè" ci vuole perché evidenzia il bisogno di una spiegazione…e la spiegazione), quella sera era un’altra persona: il sex-symbol che c’è in lui improvvisamente si manifestava, riuscivo a vederlo fighissimo, abbronzatissimo, ganzissimo. Perché lo stereotipo del sex-symbol è questo, no? Mi correggano gli esperti. Un po’ come il concetto che Gesù era bello e slanciato, magro, occhi azzurri, faccia da bravo ragazzo. E diceva, tra le altre cose impeccabili, che "siamo tutti uguali". Beh, insomma, quella sera io e Claudio siamo finiti a letto. A casa sua c’era la liquirizia. E nello stereo la musica adatta. E poi lesse per me. E forse ero anche ubriaca, va be’.
Insomma, cinque anni con un tipo esteticamente perfetto (Daniel, se ne parlerà pure di questo più in là) so di non essermeli meritati, si intenda. Ma il mio ragazzo era bello. Non scriveva, non leggeva, non ascoltava la mia musica, non conosceva la letteratura. Però era bello. Ntz.
No, questo per dire che a me il detto che "non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace" m’è sempre sembrato pari a "non sto dormendo, ho solo chiuso gli occhi un momento". Ma chi vuoi prendere per gli zebedei? E’ bello ciò che è bello, punto. Quello che ti piace "ti piace", è un altro discorso. E non c’è motivo per definire qualcosa che ti piace "bello". Claudio era ed è bianchiccio, non brutto, ma figo per niente.


Ma è stata la notte di sesso e letteratura più BELLA della mia vita. Tiè.



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